lunedì 14 marzo 2016

L'incontro con Giorgione



L'incontro con Giorgione, al secolo Giorgio Barchiesi, comincia con una sua grande espressione di sorpresa nel vedere tanti "smucinati" accorsi per lui. Immancabile salopette di jeans e occhiali colorati, rotti poco prima di sedersi, "tanto ne rompo un paio al giorno". Così entra nella sala della libreria Feltrinelli di Pescara rubando subito un sorriso a tutti gli astanti.

E' un uomo dall'aria rassicurante, morbida, sincera, "se lo tingi di blu è il genio della lampada" dice Stefano Monticelli, il regista che per primo ha scoperto la grande potenzialità mediatica del nostro laido oste, che infatti aggiunge: "sono Giorgione perché qualcuno mi è venuto a cercare".

Comincia col parlare dell'importanza delle materie prime, l'olio e il sale su tutti, "si pagano la fatica e il lavoro, un olio che costa 3 euro può essere solo per trattori", dice giustamente. Il bello dello scegliere gli ingredienti giusti sta proprio nel sapere dove andarli a reperire: mercati, orti propri o di amici, supermercati, porti.

Poi racconta di sè, della famosa tata Marianna, che dopo aver indossato il pigiamino, andava a spiare nella immensa cucina posta all'ultimo piano; della famiglia, erano 6 fratelli, ma la loro casa era sempre aperta a tutti gli amici. Organizzava pranzi, cene per oltre 20 persone e così era felice, si cucinava insieme, si chiacchierava ci si scambiavano ricette.

Parlando del rapporto cibo-bambini, racconta di quanto sia stata importante la madre nell'educazione dei figli, "questo c'è e questo si mangia", lei aveva basi fondate sul metodo Montessori e a ragion veduta diceva: "non bisogna scendere a compromessi a tavola con i figli, altrimenti avranno vinto loro e non mangeranno".

Il libro "Giorgione le origini" lo lascia quasi alla fine, "abbiamo fotografato e cucinato le quattro stagioni in poche settimane", mostrando una foto in t-shirt dice: "qui faceva un freddo cane, ma dovevamo fotografare l'estate". A lui importa stare a contatto con la gente, infatti la parentesi libro è già chiusa.

Prosegue con storie di registrazioni, con il regista Stefano Monticelli hanno messo su una banda di matti e di aneddoti divertenti ne hanno da vendere. Racconta degli scherzi, del buon cibo, dei viaggi che fanno insieme. Della sua Trani, dove ha vissuto per dieci anni, dei rimedi da fattucchiera della tata in Val Pusteria, del meteo avverso, insomma ci trasporta pienamente nelle sue avventure.
Smette di parlare solo perché interrotto, sono passate quasi due ore, ma a tutti sono sembrati solo pochi minuti.

Alla fine, non potevo che chiedere uno scatto con lui, si vede, si percepisce perfettamente dal mio viso e dal suo l'essere davvero un personaggio uscito da qualche favola.